Equosolidale

Etica e comunità

La globalizzazione è una grande ragnatela di interconnessioni economiche e sociali di cui tutti facciamo parte. In generale i profitti maggiori del cibo che mangiamo sono in mano ai grossi importatori o alla grande distribuzione, mentre ai contadini viene riconosciuta solo una minima parte. Questa logica è ancora più vera e marcata per i prodotti di importazione quali caffè, the, cacao, riso, ecc., provenienti soprattutto dal sud del mondo, dove i bassi prezzi sono dovuti alla quasi totale mancanza di rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.

Il movimento equosolidale è una rete commerciale che garantisce un valore giusto a chi produce, tutelando allo stesso tempo l’ambiente e i contadini.

Diversi sono i prodotti equosolidali che utilizziamo in cucina o al bar: riso tailandese, quinoa, spezie, latte di cocco, caffè, the, cacao, cioccolato, ecc.
Siamo amici della Cooperativa Ex Aequo , che gestisce alcune botteghe equosolidali a Bologna e provincia, ci rifornisce alcuni prodotti e con la quale organizziamo serate di presentazione di progetti di cooperazione internazionale, cene a tema con fund raising e catering biologici equosolidali.

I criteri che definiscono il commercio equosolidale sono:

1. prezzo del prodotto concordato direttamente con i produttori sulla base del costo delle materie prime (che non scendono al di sotto di limiti fissati) e della retribuzione sindacale, più un premio per favorire progetti di auto sviluppo locale;
2. favorire i prodotti che provengono da cooperative o comunità ai margini dei normali canali commerciali;
3. stipulare accordi commerciali con continuità, escludendo forme di intermediazione speculativa e pagando un prefinanziamento fino al 50% del valore della merce;
4. garantire il rispetto delle condizioni di lavoro secondo le convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro;
5. favorire produzioni biologiche e processi produttivi e distributivi a basso impatto ambientale;
6. comunicare attraverso il prezzo trasparente, la distribuzione dei costi tra i vari soggetti coinvolti;
7. promuovere azioni informative e politiche sui temi della globalizzazione, dell’ambiente, della pace, ecc.;
8. reinvestire gli utili delle vendite nel commercio equo o per finalità sociali.